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5 Cose che la subacquea ci insegna

1. IL PENSIERO RELATIVO

Si sa, l’habitat quotidiano dell’uomo non è l’acqua. Eppure la maggior parte di noi è attratta in modo irrimediabile da questo elemento primordiale, senza dimenticare la presenza di istinti naturali come il “riflesso d’immersione”, nei bambini. Rompendo la linea di superficie dell’acqua andiamo quindi verso un mondo “altro”, che non ci appartiene, dove per vivere dobbiamo affidarci a tecnologie apposite e rispettare delle regole a cui non siamo per nulla abituati. Questo nuovo codice di pensiero però ci abitua all’idea che non è tutta “casa nostra”, ci educa man mano al rispetto dei mondi altrui. Dentro e fuori dall’acqua. È una grande metafora di relatività di pensiero. Impariamo così ad essere “ospiti”, a guardare le cose da un’altra prospettiva, una prospettiva nuova, non omogenea che ci apre nuovi orizzonti e ci sottrae all’arroganza tipicamente umana e antropocentrica.

2. IL RISPETTO DELL’AMBIENTE

Se entriamo in contatto con gli animali (grandi e piccoli) che abitano le profondità marine e osserviamo il loro vivere lento e tranquillo, lontano da tutto, iniziamo a comprendere l’importanza di preservare un ambiente così vitale, particolare, senza colpe. Non solo: possiamo applicare questo principio anche fuori dall’acqua e prenderemo a cuore la cura dell’ambiente. Riemergere dall’acqua sempre con qualche pezzo di plastica da smaltire, ritrovato impigliato chissà dove, farebbe tristezza a chiunque. Passare del tempo sotto il pelo dell’acqua ci sensibilizza e ci ricorda che tutto, in natura, è connesso, ritorna.

3. LA FIDUCIA

Tra le regole d’oro delle immersioni compare, in tutta la sua importanza pratica, l’essenzialità di immergersi in compagnia e di avere un compagno o una compagna su cui contare e che, a sua volta, conta su di noi. Fuori dall’acqua, sempre più veniamo abituati ad un individualismo cupo, solitario, competitivo e poco costruttivo. Sott’acqua invece, esercitiamo la fiducia, la solidarietà, e la frenesia delle competizioni terrene e quotidiane è annullata. Con nostri compagni formiamo una squadra, abbiamo un punto di riferimento con i quali condividere anche i bei ricordi di quanto visto durante le escursioni.

4. L’IMPORTANZA DEL RESPIRO

Vi capita mai di accorgervi di star vivendo in apnea? Da quanto tempo non tirate un bel sospiro di sollievo, a pieni polmoni? Bene. Prima regola della subacquea: respirare sempre. Respirare piano poi, sarebbe l’ideale. Un bel mantra da ricordare anche fuori dall’acqua. Quando ci sentiamo sopraffatti da tutto, fermiamoci e recuperiamo l’importanza del nostro respiro, lento e presente. Respirare piano e in modo consapevole ci riporta con i piedi per terra e ci ricorda ciò che, nel presente, è davvero importante.

5. GUARDARE IL MONDO A 360°

Attraversando la strada, ci hanno insegnato a guardare a destra e sinistra. Camminando al buio, di notte, ci guardiamo magari le spalle; e se abbiamo fretta guardiamo in avanti correndo con lo sguardo e con le gambe. In acqua invece, fluttuiamo in una dimensione liquida e tridimensionale dove guardare ai nostri lati non è più sufficiente. Siamo avvolti, circondati, liberi e allo stesso tempo connessi a tutte le potenzialità esterne, dunque ecco che dobbiamo re-imparare a guardare, per la sicurezza nostra e altrui in primis. Guardiamo sopra e sotto di noi, ci voltiamo indietro, spiamo a destra e poi a sinistra, controlliamo l’ambiente intorno a noi. E fuori dall’acqua? Guardarci attorno a 360° assume un significato morale e psicofisico: non trascurare i dettagli, pensarci due volte, ridimensionarsi, aspettare prima di agire, conoscere tutti gli input vicini a noi, ragionare con uno sguardo più lontano ma più pieno ed ampio. Così sapremo (almeno un po’ di più) chi siamo e chi vogliamo essere.

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